Alla fine dell’800, quando Catania non era una città molto grande; più volte distrutta dai terremoti, più volte sepolta dalle eruzioni dell’Etna, nasce:

L’OPERA SOCCORSO POVERI INFERMI

Il 1° maggio del 1889 Sua Eminenza il Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet, Arcivescovo di Catania, con Lettera Pastorale “Annunzia ai fedeli della sua Arcidiocesi la fondazione di un’Associazione di carità cattolica per soccorrere nell’anima e nel corpo i Poveri Infermi a domicilio che o non ammessi negli ospedali o impediti a recarvisi, languiscono sprovveduti e abbandonati in miserandi giacigli” e chiudeva il suo invito all’Opera con queste semplici parole:

“Io metto pertanto il progetto di un’Associazione di carità cattolica appié della Madonna del Perpetuo Soccorso, che ne sarà protettrice e titolare validissima”.

Presidente l’Arcivescovo, coadiuvato dal suo segretario, il P. Luigi della Marra, che tanta parte avrà nello sviluppo dell’Opera; regolatrice del servizio Suor Desbordes Figlia della Carità; tra le signore: una cassiera e 12 Consigliere, tra onorarie e attive in tutto 202 Socie.

Il 4 febbraio del 1894, essendo il numero delle Socie salito a 427, si tiene la prima assemblea dell’Opera.

Purtroppo dopo appena due anni il Venerato Cardinale muore lasciando un grande rimpianto in tutti i suoi figli ma particolarmente in quelle socie che si sentono ancor più impegnate a seguire le orme sulla via della Carità.

Successore del Ven. Card. G. B. Dusmet è ora il Card. Giuseppe Francicanava, zio della giovanissima Baronessa Anna Zappalà dei P.pi Grimaldi, una delle socie più fattive dell’Opera.

All’Opera è assegnato il nome: Opera del Cardinale Dusmet.

Tra le suore avvengono cambiamenti.

Suor Desbordes è sostituita da un’altra grande Figlia della Carità, Suor Irene Vadon, mentre altre due suore vengono addette all’Opera: Suor Celestina Brandi e Suor Margherita Corriero le quali avranno il compito di accompagnare le Socie nelle visite ai poveri.

L’Opera si estende e molte signore dell’aristocrazia, anime grandi e generose, entrano a farne parte.

Nel 1905 è eletta Presidente dell’Associazione, la Baronessa Anna Zappalà, consorte del Barone Giuseppe Zappalà. L’anno seguente il P. Luigi della Marra ormai anziano e malaticcio, le affida anche la Direzione dell’Opera Cardinale Dusmet.

Accettando, la Baronessa si dà con tutto il cuore e con il vigore della sua giovinezza per incrementarla.

Comincia con l’affidare la distribuzione dei soccorsi e la parte amministrativa alle suore ottenendo serenità e ordine.

Nel 1907, tramite lo zio Cardinale, ottiene l’affiliazione delle socie, alla “Compagnia delle Dame della Carità di Parigi e cambia il nome di Opera del Card. Dusmet in quello di:

Opera di Soccorso agli Infermi Poveri a Domicilio in collaborazione con le Dame della carità di S. Vincenzo De’ Paoli, lo stesso titolo è dato al giornalino ormai ufficiale d’informazione e di collegamento tra le socie.

Introduce la sezione maschile dei “Signori Cooperatori” e la sezione dei “Soci perpetui”.

Organizza iniziative a ritmo continuo, tanto che per raccogliere doni e offerte in denaro, bisogna far girare un “Carrettello” che diventa caratteristico.

Accetta la direzione delle “Industrie femminili” dell’Epoca offrendo a ragazze e donne adulte la possibilità di frequentare corsi di taglio, cucito e ricamo ottenendo anche lavoro a casa retribuito.

Nel 1915, alla fine della prima guerra mondiale, è nominata Presidente dell’Opera Nazionale vedove e orfane di guerra, mette a disposizione del Ministero i suoi locali nel quartiere Monserrato. Sono impiantate tre “baracche” di legno prefabbricate per l’assistenza e la distribuzione di indumenti e generi alimentari a favore delle vedove e degli orfani di guerra. Viene costruito anche un piccolo locale che funzionerà da ambulatorio per le visite mediche. La dirigenza è amministrata dal personale del Ministero, ma il servizio pratico è svolto dalle Suore della Carità. Le vedove e gli orfani di guerra affluiscono anche dalle provincie. Il lavoro si moltiplica e si riesce difficilmente a fronteggiarlo, per cui la Baronessa chiede ai Superiori della Congregazione altre suore di supporto.

La richiesta è accolta e il 4 dicembre 1918, è destinata alla Comunità di Catania Suor Pia Cantalupo, la Baronessa si affeziona tanto che, maternamente, chiede il cambio del nome da Pia ad Anna, come il suo.

La Baronessa ottiene dalla Visitatrice che le tre suore, e successivamente una quarta, si trasferiscano nella casa di Via S. Pietro 49; così Suor Margherita Corriero (nominata Suor Servente), Suor Celestina Brandi, Suor Anna Cantalupo e Suor Luisa Scardigno si danno con entusiasmo al nuovo servizio ai poveri.

Nel 1925 ha termine in Italia l’assistenza alle vedove e agli orfani di guerra.

La Baronessa riceve un encomio  solenne dal Ministero che le lascia in dono i padiglioni prefabbricati che continueranno a funzionare per il servizio ai poveri.

Si imponeva adesso la sussistenza alle suore che, dando senza mai ricevere, lavoravano senza tregua per i poveri. La Baronessa apre una scuola materna che sarà frequentata dai figli delle Dame della carità, le quali pagheranno una retta spontanea, mentre le volontarie insegnanti e le assistenti presteranno il loro servizio gratuitamente. Affinché potesse rimanere stabile e in luogo fisso l’attività al servizio dei Poveri, la Baronessa dona in vita alle Figlie della Carità la sua prima casa. Essa diventerà la sede ufficiale dell’”Opera di Soccorso agli Infermi Poveri” e delle opere che sorgeranno in seguito.

 

Le orfane più grandicelle formeranno l’Associazione Mariana e si occuperanno delle donne anziane a domicilio aiutandole nella pulizia della casa e provvedendo al cambio della biancheria che sarà portata alla Casa della Carità per il bucato. Si chiameranno “Luisine”. A tale scopo la Baronessa farà approntare una spaziosa lavanderia.

Il Cardinale Nava, dietro insistente richiesta della Baronessa, da disposizione a tutti i parroci della Diocesi di destinare la “Colletta” (raccolta di denaro) fatta in chiesa, in tre domeniche nel corso dell’anno, a beneficio dei Poveri infermi a domicilio, tali collette diventeranno quattro, sempre dietro insistenza della Baronessa.

Nel 1928 per iniziativa della Baronessa, è dato incarico all’architetto Salvatore Sciuto Patti di costruire nel grande cortile di entrata alla casa di Via S. Pietro una piccola Cappella per le Suore che si riunivano ancora in una baracca di legno.

Fu incaricato il Sac. Giovanni Cima come cappellano per curare il servizio religioso.

La famiglia Marino fu assunta per il servizio di custodia di tutta la casa.

Nel 1936 morì il Barone Giuseppe Zappalà, lasciando la Baronessa , sua moglie, erede universale a vita, di tutto il patrimonio, assegnando ai nipoti la proprietà dopo la morte di lei.

La Baronessa acquistò delle case e un terreno a Fornazzo per far riposare le suore e organizzare una colonia estiva per i bambini, progetti che eseguirà dopo la seconda guerra mondiale.

Nel 1946 Suor Anna Cantalupo è nominata Suor Servente della Casa della Carità, al posto di Suor Margherita.

In quel periodo l’allora Ministro degli Interni, volle incontrare la Baronessa e Suor Anna Cantalupo alle quali furono accordate le richieste di: un’auto per il servizio delle visite ai poveri e una cospicua somma di denaro per abbattere le tre baracche e costruire al loro posto un salone per le riunioni, un teatro, e al piano di sopra il dormitorio per le suore.

Fu data assistenza alle detenute di p.za Lanza; i figli delle recluse vengono accolti periodicamente alla Casa della Carità.

Dalla Regione Sicilia fu donato un apparecchio radiografico per l’ambulatorio.

Nell’estate del 1949 fu completata e rifinita la casa di Fornazzo.

Nel 1950 la Baronessa, all’età di ottanta anni, fu insignita dell’onorificenza di “Cavaliere” della Repubblica.

Ogni anno in estate, la Baronessa insieme a qualche suora si recava a Fornazzo per riposarsi e quella del 1966 fu l’ultima; il 21 settembre dello stesso anno di ritorno da Fornazzo, lasciò questa terra per ricongiungersi al suo amato Dio.

Suor Anna continuò il servizio dell’Opera con lo stesso amore che profuse, insieme alla Baronessa, per tutti quegli anni.

Il 17 marzo 1983 Suor Anna lascia questa terra dopo aver preso la Santa Comunione, la sua ultima parola fu: Amen!

A oggi le Figlie della Carità, con l’aiuto dei volontari, benefattori, e associazioni varie, continuano a portare avanti con amore e spirito di sacrificio il servizio ai poveri, in sintonia con il messaggio di nostro Signore Gesù Cristo!